Trieste è scossa da una rivelazione drammatica nel caso di Liliana Resinovic, scomparsa il 14 dicembre. Durante l’udienza di ieri al Palazzo di Giustizia, Claudio Sterpin, l’unico testimone che potrebbe fornire indizi cruciali sulla sua scomparsa, ha rivelato dettagli inquietanti che mettono in discussione la narrazione iniziale.
L’atmosfera in aula era tesa, con i familiari di Liliana in attesa di risposte. Sterpin ha descritto Liliana come una persona attenta ai dettagli, ma ha anche rivelato che negli ultimi giorni prima della scomparsa, mostrava segni di paura e inquietudine. “Liliana aveva paura, una paura che non avevo mai visto in lei”, ha dichiarato, aggiungendo che si sentiva osservata e che aveva iniziato a vedere pericoli dove prima non ce n’erano.
La testimonianza è stata ulteriormente aggravata dalla scoperta di resti umani e oggetti personali di Liliana nella cantina di Sebastiano Visintin, marito della donna. Questi elementi, trovati in bidoni di plastica nera, hanno cambiato drasticamente la direzione delle indagini, trasformando la scomparsa in un caso di omicidio sospetto. I dettagli emersi, tra cui messaggi criptati e chiamate misteriose, hanno lasciato intendere che Liliana potesse essere coinvolta in qualcosa di più complesso e pericoloso.
Sterpin ha anche menzionato un numero di telefono misterioso che ha chiamato entrambi senza mai parlare. Questo elemento ha sollevato interrogativi sul possibile coinvolgimento di terze persone. L’udienza ha visto il pubblico ministero incalzare Sterpin su vari punti, cercando di collegare i messaggi codificati e i comportamenti strani di Liliana a una rete più ampia di segreti e timori.
Le testimonianze di vicini che hanno sentito rumori provenienti dalla cantina e di operai che hanno notato movimenti sospetti hanno alimentato ulteriormente il mistero. La tensione in aula era palpabile mentre venivano proiettate immagini di Liliana che camminava da sola, visibilmente ansiosa e guardinga, nei giorni prima della sua scomparsa.
La scoperta di un’area modificata nella cantina di Visintin, allestita con precisione, ha sollevato ulteriori domande. Gli esperti hanno confermato che non era un semplice spazio di lavoro, ma piuttosto un luogo preparato per scopi inquietanti. La testimonianza di Sterpin ha messo in evidenza un cambiamento nel comportamento di Liliana, suggerendo che stesse affrontando conflitti interni e pressioni esterne.
Il caso di Liliana Resinovic continua a tenere la città di Trieste con il fiato sospeso, mentre le indagini si approfondiscono e le verità nascoste emergono lentamente. La prossima udienza promette di portare ulteriori rivelazioni in un caso che ha già scosso profondamente la comunità.
